Le Favole a Rovescio
opera musicale di Carlo Borsari
realizzata su testi di Gianni Rodari
regia di Simone Toni
assistente alla regia Diana Manea
con Giulia Valenti, Luca Carboni e Alessandra Gabriela Baldoni
pianoforte Edilio Nicolucci
clarinetto Giorgio Babbini
scene e costumi di Alessandra Gabriela Baldoni
luci di Fiammetta Baldiserri
coreografie di Mattia Favalli
in collaborazione con il Teatro Consorziale di Budrio
PHOTOGALLERY
Le Favole a Rovescio prende spunto dal titolo di una delle nove serie di poesie pubblicate all’interno della raccolta Filastrocche in cielo e in terra (Einaudi, 1960), l’opera che portò Gianni Rodari alla notorietà come scrittore per l’infanzia. La componente narrativa che caratterizza in maniera inequivocabile l’opera rodariana, si distingue in ciò che la critica ha indicato quale capolavoro di pedagogia e didattica sui generis, in cui il linguaggio tradizionale delle fiabe viene smontato e rimontato per estrarne giocattoli nuovi. Un impiego narrativo che ha contribuito al netto rinnovamento della letteratura per l’infanzia, dando spazio ai temi della vita d’oggi e sostituendo il tradizionale favolismo magico con personaggi e situazioni surreali. La musica, potente strumento che trascende ogni distinzione prodotta dal consueto linguaggio verbale, intende approfondire e impreziosire il carattere dei personaggi e degli scenari descritti.
Da una parte si vuole portare sul palcoscenico il messaggio educativo che grazie alla favola è realizzato in modo leggero e divertente anche quando i temi sono seri e importanti. Dall’altra si vuole creare una musica che si accosti fedelmente al contenuto di ogni “storiella” e che sia rappresentativa, nel contempo, di quel dato costante che percorre tutta la produzione rodariana: cioè del rinnovamento della letteratura per l’infanzia, dando spazio ai temi della vita d’oggi e sostituendo il tradizionale favolismo magico con personaggi e situazioni surreali. La musica di questo spettacolo si ispira a una idea di rinnovamento e adeguatezza ai nostri giorni senza però perdere del tutto quell’ambientazione romantica della più popolare tradizione fiabesca. Rimane quindi presente la visione tradizionale dell’infanzia come un elemento annidato da sempre e per sempre nell’essere umano, sospinto a una sorta di regressione fantastica: eterno fanciullo, Peter Pan, Burattino o Piccolo Principe, riluttante a crescere perché ancorato al suo mondo immaginario.
Il risveglio della favola avviene grazie alla sollecitazione della fantasia che non ha più bisogno, per volare e creare, dei re e delle regine, dei draghi e dei castelli incantati, delle fate e dei maghi, o almeno non ha più bisogno soltanto di questo. La favola si sveglia anche di fronte alla realtà più grigia, all’ovvietà quotidiana, al problema sociale e alla vita familiare e la magia sta nell’osservare tutto con ironia, ricorrendo al gioco (così importante per i bambini), all’infrazione della regola attraverso l’invenzione e l’immaginazione.
… e giocando io stesso con suoni e melodie per rendere in musica tutto ciò che fino ad ora ho espresso in queste righe, mi sono lasciato ispirare da numerose opere di compositori dell’ultimo secolo (Gershwin, Dalla Piccola, Stravinskij ad esempio con la sua Histoire du Soldat). Opere musicali in cui l’effetto timbrico dato dalla scelta dello strumentario impiegato e lo stile musicale caratteristico, rendono già una autentica corrispondenza a tutti quegli elementi narrativi espressi fino a ora. Ogni singola filastrocca scelta per questa ardita musicazione mi ha impegnato quindi in una composizione costantemente alla ricerca di quella magica combinazione tra le suggestioni emotive generate dai vari personaggi e contenuti letterari…
Carlo Borsari
La Bella Addormentata
Le favole dove stanno?
ce n’è una in ogni cosa
nel legno del tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.
La favola sta lì dentro
da tanto tempo
e non parla.
È una bella addormentata
e bisogna svegliarla…
Il risveglio della favola avviene grazie alla sollecitazione della fantasia che non ha più bisogno, per volare e creare, dei re e delle regine, dei draghi e dei castelli incantati, delle fate e dei maghi, o almeno non ha più bisogno soltanto di questo. La favola si sveglia anche di fronte alla realtà più grigia, all’ovvietà quotidiana, al problema sociale e alla vita familiare, e la magia sta nell’osservare tutto con ironia, ricorrendo al gioco (così importante per i bambini), all’infrazione della regola attraverso l’invenzione e l’immaginazione.
…Rodari è Maestro nel suscitare ai propri lettori un sorriso spensierato contemporaneamente ad un profondo moto che talora si rivela su di una lacrima.
Carlo Borsari