Il linguaggio umano ucciso dal telefonino
La Repubblica, 24 settembre 2007, Franco Quadri
E con La vita digitale il telefonino entrò in scena da protagonista. Sulla scia di un saggio di Vittorino Andreoli, Simone Toni ha ideato e diretto al Teatro Petrella di Longiano uno spettacolo nervoso e vivacissimo nel tastare il polso a un’invenzione che ha cambiato la nostra vita con un’analisi che investe prima di tutto le nuove generazioni: ed ecco gli effetti dirompenti investire la quotidianità del cosiddetto “uomo di superficie” colpito nella smania esibizionistica e ridotto allo stato di mutante impotente in un susseguirsi di trovate imbandite da un cast col gusto dell’inventiva. La forza provocatoria di Stefano Corsi guida l’indagine e nel fluire degli choc spiccano come controparti Alessandro Loi, Federica Castellini e Luca Carboni, costringendo lo spettatore a confrontarsi coi propri sensi di colpa, prima che l’apparire in scena di una “telefonina” femminilizzata rovesci le prospettive, arrivando pure a chiedere alla platea di scegliersi per sms un finale tra il filone idilliaco e quello tragico. Li vedremo in realtà tutti e due e spicca il conclusivo ritorno dell’uomo digitalizzato a una figura di scimmione preistorico che ignora l’uso dei linguaggio e gli stimoli sessuali.