Desidero introdurre in questo spazio dedicato all’attività musicale della compagnia un testo poetico che a mio parere appaga lo spirito e l’intenso trasporto che il sottoscritto ritrova nel lavoro che ci lega. Poichè, in fondo, la musica riveste un ruolo irrinunciabile e da tutti noi compreso e condiviso. Si tratta di una poesia di William Blake recuperata dal Quaderno di Traduzioni di Eugenio Montale dal titolo Alle Muse.
Carlo Borsari
Siate sull’Ida dalla fronte ombrosa
o nelle stanze dell’Aurora,
le stanze del sole in cui ora
l’antica melodia riposa;
oppure in cielo, bionde,
o nei più verdi angoli del mondo,
o lungi, nei recessi azzurri d’onde
nascono i venti armoniosi;
o vaganti su rocce di cristallo
sotto il grembo del mare,
perdute tra grovigli di coralli,
voi belle Nove che obliaste i canti;
dove avete lasciato il vecchio fuoco,
delizia d’altri bardi?
Tarde e fioche le corde, il vostro suono
è forzato, le note sono poche!